Vaccino COVID 19

Donatori e vaccino anti Covid-19: inclusi nella fase uno e due 
La bella notizia commentata da Briola, presidente Avis

Briola vaccinodi Laura Ghiandoni

La bella notizia del vaccino anti-Covid-19 per i donatori di sangue – che lo riceveranno dopo le categorie prioritarie – non può che generare un’onda di entusiasmo per il traguardo raggiunto dal mondo della donazione, finalmente considerata una comunità di primo piano per ciò che concerne la salute del Paese.

Gianpietro Briola, presidente nazionale Avis, racconta come si è ottenuto il bellissimo risultato e quali saranno i possibili risvolti della recente decisione del Ministero della Salute.

Qual è stato il percorso che ha condotto fin qui?

Il presidente di Avis Gianpietro Briola

Il risultato è stato ottenuto dopo aver scritto alcune lettere al direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, il dottor Giovanni Rezza. La risposta questa volta è stata molto rapida.

Come sono inseriti i donatori nella campagna di vaccinazione?

I donatori verranno vaccinati nella seconda fase. Il personale sanitario che opera nei centri di raccolta associativa invece, verrà inserito nella prima fase della campagna.

Quali saranno i tempi?

La prima fase dovrebbe concludersi a marzo, e già ad aprile, a condizione che i vaccini saranno disponibili, potranno iniziare le vaccinazioni per i donatori.

Quali fattori andranno a influenzare le tempistiche?

Dipenderà molto dal numero di vaccini che arriveranno, sperando nelle consegne di Moderna e AstraZeneca.

E da cos’altro potrebbe dipendere?

Dalle Regioni, sarà loro l’impegno di compiere le vaccinazioni.

Come sarà auspicabile l’organizzazione nei centri?

Come sappiamo devono trascorrere 2/3 giorni tra vaccino e donazione. I donatori potranno scegliere se prima donare e poi vaccinarsi e se sarà possibile fare tutto in una volta.

Secondo lei c’è consapevolezza da parte del ministero sulla strategica importanza della comunità dei donatori?

C’è stato dialogo con il governo durante la pandemia e si è rafforzata la consapevolezza che i donatori sono una forza strategica del paese. Sia dal punto di vista delle donazioni, ma anche per la capacità comunicativa.

Quali sono state le motivazioni che avete avanzato nelle lettere?

La vaccinazione per i donatori è necessaria per mantenere lo stato di buona salute e continuare a donare sangue. Inoltre l’impegno della comunità è vitale anche nell’ambito della sensibilizzazione verso la vaccinazione. 

I donatori sono stati ritenuti dei possibili testimonial dello stile di vita sano, ma anche il fattore rischio ha influito. La proposta è stata avanzata motivandola anche con lo scopo di permettere loro di condurre uno stile di vita meno rischioso nella comunità dove vivono e lavorano.

Perché il vaccino è sicuro?

Il vaccino non ha virus attenuati, non ha batteri, non ha nulla, è inerme, composto con Rna ricombinate. È un composto di sintesi. Potrebbe esserci un minimo di reazione allergica, ma nient’altro.

Lei, essendo dirigente medico è appena stato vaccinato, come si sente?

Ho ricevuto la seconda dose di vaccino l’altro ieri. Ho provato un po’ di stanchezza. Dolore al braccio, problemi minimi.

Qual è il suggerimento?

Credo che in questa fase la vaccinazione sia l’unica strada che abbiamo per uscire da questo blocco sociale e di tutte le nostre attività. Quindi lo consiglio a tutti per stare bene, per evitare rischi alle persone, e per riprendere tutte le nostre attività.

Tra cui? 

Tornare ad abbracciarci…